TG 7 Ottobre – Alfredo Del Gaudio

In questo video

Un breve sunto della puntata. La puntata praticamente non è altro che un percorso che parte dalle basi fisiopatologiche che prevedono l’utilizzo di ipotermia nel paziente neurologico critico e questo percorso è stato interrotto da una serie di studi che a mio modo di vedere non erano perfetti, ma non solo a mio modo di vedere, ma a modo di vedere di tutta la letteratura erano in qualche maniera sbagliati o comunque avevo degli artifici che comunque di fatto hanno ostacolato questo percorso e hanno fatto interrompere l’utilizzo l’ipotermia come pratica per il bilanciamento e rapporto flusso metabolismo nel paziente neurologico critico e quindi hanno interrotto un sogno, questo sogno è diventato praticamente un incubo con una serie di metanalisi di cui l’ultima nel 2020 che praticamente è molto dura sull’utilizzo dell’ipotermia nel paziente traumatizzato e nel paziente in arresto cardiaco. Poi c’è invece un lavoro del 2020 di Jean-Louis Vincent, che sembra invece inquadrare giustamente il problema perché si fa finalmente riferimento a quelle che sono le problematiche di questi studi e quindi evidenzia la necessità di un high quality target temperature target metamanagement, quindi non solo temperature target metamanagement, trattamento dalla temperatura con al centro il target della temperatura stessa ma un trattamento alla temperatura con al centro il target di alta qualità è nell’ambito, diciamo nel corso di questa relazione cerchiamo di individuare che cosa significa quella alta qualità è come questa cosa ribalta un pochettino le valutazioni precedenti e fanno diventare invece l’ipotermia un qualcosa che può ancora essere utilizzato, anziché deve essere utilizzato in determinati settori. Nel corso della sessione durante le domande abbiamo anche approcciato il termine, forse ancora più importante del controllo alla temperatura in sala operatoria è questa mi sembra la cosa più importante che è venuta fuori in questo, in questa giornata.
Questo tipo di incontri mi sembra l’unica cosa buona che ha fatto il virus durante quest’anno e mezzo, l’unico buon diciamo ricordo, il fatto di poter fare queste cose aprendoci al mondo intorno a noi è in modo che ognuno possa poi fare tesoro di queste cose e ascoltarle anche con spirito critico.